lunedì 21 settembre 2009

Aforismi

Oltre ad essere un eccellente pittrice, Frida amava anche scrivere..difatti conservava gelosamente un diario, il quale fu parzialemente pubblicato dopo la sua morte...desidero pubblicare alcuni dei suoi aforismi più belli che denotano la grande forza interiore di questa straordinaria artista..

"Piedi, perché li voglio se ho ali per volare..."

"Aspetto felice la partenza - e spero di non tornare mai più"

"L'angoscia e il dolore. Il piacere e la morte non sono nient'altro che un processo per esistere."

"[..]devo lottare con tutte le mie energie affinché quel poco di positivo che la salute mi consente di fare sia nella direzione di contribuire alla rivoluzione. La sola vera ragione per vivere."

Il "mio incontro" con Frida

A volte le passioni di una persona nascono per casualità davvero impensabili e si tramutano in passioni che accompagnano per tutta la vita.
Questo è quanto accaduto quando ho scoperto l’immensa personalità ed espressività di
Frida Kahlo



A mio parere Frida era una donna con una forza davvero incredibile! Uno degli esempi più grandi che ho mai potuto conoscere!

iniziai ad appassionarmi alla sua pittura anni fa, dopo aver visto il film autobiografico "Frida" che ritengo un vero capolavoro, e dopo aver letto svariati libri, biografie a lei dedicate.

tale film a mio parere, presenta in maniera eccellente al grande pubblico un personaggio di grandezza mondiale, nel mondo dell'arte ma non solo.
una pellicola toccante, emozionante, realistica come poche altre…

Amo i suoi quadri che sono tristi…certo, ma ricchi di colore, di passione, di forza...

La vita

Frida Kahlo era figlia di Wilhelm Kahlo, tedesco, nato a Baden-Baden da genitori ebrei, emigrato in Messico dall'Ungheria. Fu una pittrice dalla vita quanto mai travagliata. Sosteneva di essere nata nel 1910, figlia della rivoluzione messicana e del Messico moderno. La sua attività artistica ha avuto di recente una rivalutazione, in particolare in Europa con l'allestimento di numerose mostre.

Affetta da spina bifida, che i genitori e le persone intorno a lei scambiarono per poliomielite, fin dall'adolescenza manifestò talento artistico ed uno spirito indipendente e passionale, riluttante verso ogni convenzione sociale.

Rimase vittima di un incidente stradale tra un autobus su cui viaggiava e un tram, a causa del quale riportò la frattura delle vertebre. Un corrimano le trafisse la schiena, provocandole una forte emorragia. Ciò la segnerà a vita costringendola a numerose operazioni chirurgiche. Subito dopo l'incidente, e dimessa dall'ospedale, fu costretta a mesi di riposo nel suo letto di casa col busto ingessato. Questa forzata situazione la spinse a leggere libri sul movimento comunista ed a dipingere (il padre stesso era pittore). Il suo primo soggetto fu il suo piede che riusciva ad intravedere tra le lenzuola. Da li la scelta dei genitori di regalarle un letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto, in modo tale che potesse vedersi, e dei colori; da qui iniziò la serie di autoritratti. Dopo che le fu rimosso il gesso riuscì a recuperare la capacità di camminare, anche se non senza dolori che sopporterà a vita. Portò i suoi dipinti a Diego Rivera, illustre pittore murale dell'epoca, per avere una sua critica. Rivera rimase colpito dallo stile moderno della giovane artista tanto che la trasse sotto la sua ala e la inserì nella scena politica e culturale messicana.

Divenne un'attivista del partito comunista messicano cui si iscrisse nel 1928, partecipò a numerose manifestazioni e nel frattempo si innamorò di colui che era stata la sua "guida". Infatti nel 1929 il 21 agosto sposò Rivera, che era al suo terzo matrimonio, pur sapendo dei continui tradimenti a cui andava incontro. Lei, dal canto suo, fece lo stesso anche con esperienze omosessuali.

In quegli anni al marito Rivera furono commissionati alcuni lavori negli USA, come il muro all'interno del Rockefeller Center di New York, o gli affreschi per la fiera internazionale di Chicago. A seguito dello scalpore suscitato dall'affresco nel Rockefeller Center, in cui un operaio era chiaramente raffigurato col volto di Lenin, gli furono revocate tali commissioni. Nello stesso periodo di soggiorno a New York la Kahlo rimase incinta, per poi avere un aborto spontaneo a gravidanza inoltrata a causa dell'inadeguatezza del suo fisico a sopportare una gestazione. Ciò, ovviamente, la scosse molto. Quindi decise di tornare in Messico col marito.

I due decisero di vivere in due case separate collegate, però, da un ponte, in modo da avere ognuno i propri spazi "da artista". Nel 1939 però, i due divorziarono a causa del tradimento di Rivera con la sorella di Frida.

Risposò Rivera nel 1940 a San Francisco. Da lui aveva assimilato uno stile volutamente naïf che la portò a dipingere in particolare piccoli autoritratti ispirati all'arte popolare e alle tradizioni precolombiane. La sua chiara intenzione era, ricorrendo a soggetti tratti dalle civiltà native, affermare in maniera inequivocabile la propria identità messicana.

Il suo cruccio maggiore fu quello di non aver avuto figli. La sua appassionata (e all'epoca discussa) storia d'amore con Rivera è raccontata in un suo diario. Ebbe - dicono le cronache - numerosi amanti, di ambo i sessi, con nomi che, neanche all'epoca, potevano passare inosservati come quelli del rivoluzionario russo Lev Trotsky e del poeta André Breton. Fu amica e probabilmente amante di Tina Modotti, militante comunista e fotografa nel Messico degli Anni venti